Giochi di scrittura ed esercizi: La volta buona

giochi di scrittura - la volta buona nello di coste


giochi di scrittura - la volta buona nello di coste

giochi di scrittura - la volta buona nello di coste

Giochi di scrittura: La volta buona

Ho scritto questo gioco di scrittura mentre cercavo l’ispirazione per le parole che seguono. Spero che ti piacciano. Scrivi la tua storia partendo dai puntini di sospensione e inviamela su Instagram oppure nella chat di Facebook!

Buona scrittura!

Aveva continuato a lanciare sassi sulla superficie del lago e finalmente l’ultimo aveva deciso di rimbalzare e spingersi lontano. Non si era nemmeno accorto di quanto tempo fosse passato. La rabbia era passata, gli era rimasto solo il fiatone, ma quello era per lo sforzo fatto dietro a tutti quei sassi. Quando si voltò dietro di lui c’era…

…uno sguardo che lo scrutava curioso. Due occhi neri e profondi che lo fissavano tra i rami dei cespugli, senza sospetto. Inclinò la testa per vedere meglio tra i rami. E gli occhi ricambiarono quel gesto coinvolgendo tutta la figura in una posizione inclinata e buffa.

Al ragazzo scappò un sorriso tra i denti, seguito da un colpo di tosse tanto si stupì della sua reazione. Era molto tempo che non rideva con tutto il corpo. Cercò di ricordare in quale momento si fosse perso, quando esattamente si era dimenticato di continuare a sorridere?

Un attimo dopo lei si infilò agilmente tra i rami del cespuglio e gli si avvicinò. Era elegante nel suo passo sicuro, e anche molto agile. Tre balzi ed era accanto a lui. Non era mai stato morso da un animale, ma quella poteva essere la volta buona. “Maledizione” pensò “ho lanciato tutti i sassi nel lago” e si guardò intorno alla ricerca di qualcosa con cui difendersi.
Lei non aveva timore di quel ragazzo che, spaesato, tirava sassi nell’acqua. Si accovacciò ai suoi piedi e lui capì cosa doveva fare. Affondò una mano nel suo pelo marrone pieno di striature e sfumature. Sembrava di accarezzare una scopa per quanto era ispido. Lei lo guardò e lui capì che erano già diventati amici e che sarebbe rimasta lì accanto a lui. Uno dei due aveva bisogno di qualcuno da accudire, o forse era un bisogno condiviso?

Lei lo fissò ancora un po’, mentre lui inginocchiato accanto a lei continuava ad accarezzarla e coccolarla. Lei quindi posò la testa sulle zampe e chiuse gli occhi. Solo a quel punto lui sentì il volto bagnato, rigato dalle lacrime. Iniziò a singhiozzare, ma non piangeva di tristezza. Era un pianto di decompressione. Si stava svuotando e liberando della rabbia e l’ansia e l’insicurezza che aveva schiacciato in fondo allo stomaco mentre schiacciava sassi sulla superficie del lago.

Avvertendo la mano incerta e i singhiozzi di lui, lei si girò sulla schiena per farsi accarezzare. Lo guardava dal basso, da quella posizione che sembra così scomoda e alla quale i cani non rinunciano pur di ricevere le loro coccole. Era buffa, eppure era così dolce. Sembrava volesse farlo ridere con quella lingua penzoloni. E ci riuscì.

“Come devo chiamarti?” le chiese lui. Lei abbaiò due volte spostando il muso prima a destra e poi a sinistra. Poi si fermò a guardarlo, sempre con la lingua fuori. Ancora buffa, con gli occhi neri pieni di luce.

“Vuoi venire a casa con me? Ok andiamo. Ti chiamerai Joey”.

giochi di scrittura - la volta buona nello di coste

Giochi di scrittura e molto altro…

Vuoi sapere di più su altri libri? Scopri e condividi le mie letture (perché recensione è un parolone e io resto umile), quindi ti consiglio anche:

L’incendiario di Jan Carson
Augustus di John Williams
La verità sul caso Harry Quebert
Scrivere è amare di nuovo di Rossana Campo