Due vite di Emanuele Trevi

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Scopriamo Due Vite di Emanuele Trevi

Due vite di Emanuele Trevi è il libro vincitore del Premio Strega 2021 e io ho finito di leggerlo proprio qualche giorno fa.
Avevo puntato su di lui sin dall’inizio, come sanno i partecipanti del Gruppo di Lettura che ho ideato subito dopo la premiazione dell’8 luglio. Perciò sono davvero contento che sia prima rientrato nella dozzina del premio Strega 2021 per poi arrivare tra i finalisti e vincerlo!

Il libro racconta le vite di due persone. Non due persone a caso, ma due persone speciali per lo scrittore, Emanuele Trevi. Sono le vite di due cari amici scomparsi prematuramente, due colleghi scrittori che il tempo ha portato via. I nomi di queste due persone sono Rocco Carbone, studioso di critica letteraria e autore di una serie di romanzi, e Pia Pera, professoressa di letteratura russa all’università di Trento e grande traduttrice dal russo di romanzi come l’Eugenio Onegin di Puškin.

Emanuele Trevi li racconta dai tempi universitari, dai bei tempi in cui si sta tutti insieme ad aspettare che la vita si palesi con tutte le sue possibilità. Si passa da uno all’altro seguendo un flusso emotivo sempre ben definito e controllato, un flusso utile a farci conoscere davvero le vite di queste due persone. L’esercizio non è per niente semplice o banale.

Immaginate di raccontare le vite di due vostri amici: riuscireste ad essere realmente oggettivi? E’ proprio la sfida di Trevi, quella di mescolare emozioni e distacco in una sorta di malinconica oggettività. Cercare di descrivere le vite dei suoi amici senza coprirli con il suo giudizio, e credo che ce l’abbia fatta.

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Cosa mi è piaciuto di Due vite?

Due vite mi ha trasmesso la sensazione che si ha quando si spia qualcuno o ci si ritrova ad essere il terzo incomodo. E’ una sensazione tesa ma piacevole. E’ come se Emanuele Trevi avesse aperto una porta permettendomi di osservare la sua vita in relazione a Rocco Carbone e Pia Pera, senza mai darmi la possibilità di conoscerli del tutto, costringendomi quindi ad affidarmi alle sue parole.

Il tema dell’amicizia è centrale, così come lo è quello della fatalità e della realizzazione personale. La vita scorre rapida senza mai fermarsi. Si prova una sensazione di urgenza nel leggere le vite dei due amici poiché sin dall’inizio sappiamo che non sopravviveranno all’ultima pagina.

Emanuele Trevi con la sua scrittura la delinea nei contorni nitidi e decisi. In poche pagine rivediamo noi stessi, e ci ritroviamo a guardarci indietro, a ripensare alle nostre amicizie, ai rimorsi, gli errori e i ricordi.

E’ sicuramente un libro di ricordi, e anche che sia un bel libro. Uno di quei libri che ci fa guardare dentro e che ci fa fare i conti con noi stessi, anche se non siamo Emanuele, Rocco o Pia.
Sì, è proprio quando lo si chiude, come quando si fa la doccia e si ripensa a come sarebbero potute andare tante cose nella vita. Poi la doccia finisce e si ritorna alla vita di sempre, un po’ più consapevoli, ma senza aver cambiato niente.

IG: @nello_di_coste

  • Titolo: Due vite
  • Autore: Emanuele Trevi
  • Casa Editrice: Neri Pozza
  • Anno: 2021
  • N° pagine: 120

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«L’unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti e cercare la distanza giusta, che è lo stile dell’unicità». Così scrive Emanuele Trevi in un brano di questo libro che, all’apparenza, si presenta come il racconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensile e sensibile, cosi propensa alle illusioni.

Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l’aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Ne mostra anche le differenti condotte: l’ossessione della semplificazione di Rocco Carbone, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia Pera che, negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore.

Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell’unicità di questo libro non stanno nell’impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l’amicizia. Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco Carbone e Pia Pera appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all’ultimo trasparente e felice, quel legame che accade quando «Eros, quell’ozioso infame, non ci mette lo zampino».

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