Amarsi in una casa infestata di Matteo Cardillo

Amarsi in una casa infestata di Matteo Cardillo

Amarsi in una casa infestata di Matteo Cardillo – Il fantasma dell’identità tra le mura del desiderio

Ci sono libri che si leggono come storie e altri che si vivono come esperienze. Amarsi in una casa infestata, ultimo romanzo di Matteo Cardillo, è decisamente il secondo caso: un testo che brucia tra le dita, che ti abita come un pensiero ossessivo, e che trasforma l’horror in un potente strumento di esplorazione dell’intimità, dell’identità e dell’amore.

L’inizio: una convivenza, una casa viva

Siamo all’inizio dell’estate, stagione liminale per eccellenza. Il protagonista – senza nome, come una maschera in cui specchiarsi – si trasferisce a Bologna, nel condominio di viale XII Giugno, insieme a Gloria, Samira e Johann. Tutto sembra inizialmente normale, finché non si accendono i segnali: figure bianche nel buio, odore di fiori marci, bicchieri che scivolano da soli. La casa non si limita a essere infestata. È affamata. E soprattutto è viva.

Cardillo non usa i fenomeni paranormali come semplici colpi di scena: qui il soprannaturale diventa linguaggio. Ogni rumore, ogni visione, ogni tocco invisibile riflette lo stato d’animo dei personaggi. La casa risponde. Amplifica. Avvolge. È un organismo emotivo che reagisce all’amore, al desiderio, al dolore.

Una storia di corpi e anime

Quello che colpisce del romanzo è la sua capacità di tenere insieme eros e terrore, carne e ombra. I protagonisti ballano, si innamorano, si tradiscono, ma ciò che davvero accade è un confronto feroce con il proprio io. Il protagonista diventa il centro gravitazionale dell’edificio: la casa lo riconosce, lo chiama, lo mette alla prova. In questo patto silenzioso si consuma una doppia discesa: nel cuore della casa e nei propri traumi irrisolti.

Il romanzo è anche, e forse soprattutto, una riflessione profonda sulla sessualità. Non edulcorata, non ideologica, ma autentica, complessa, reale. I personaggi affrontano i propri desideri e tabù, attraversando momenti di liberazione e di scontro, di consapevolezza e di perdita. L’amore, qui, non è mai lineare. È un campo di battaglia interiore.

Un horror che cura, un romanzo che libera

Matteo Cardillo dimostra una sorprendente maturità narrativa nel trattare temi delicati con una scrittura sensuale e controllata. L’atmosfera è carica, sinistra, ma anche emotivamente generosa. L’inquietudine che pervade la casa non è solo paura: è la tensione di chi cresce, di chi si guarda dentro e non sempre si riconosce.

La casa infestata diventa così simbolo e specchio: specchio dei sentimenti repressi, dei desideri taciuti, delle debolezze tenute nascoste. I fantasmi, alla fine, non sono altro che le parti di noi che abbiamo murato vive.

Conclusione

Amarsi in una casa infestata è una lettura che ti lascia addosso una strana nostalgia: quella per ciò che abbiamo provato, ma anche per ciò che abbiamo evitato di sentire. Un romanzo che mescola con maestria generi apparentemente inconciliabili – horror, romanzo di formazione, narrativa queer, lirismo psicologico – e che riesce, sorprendentemente, a mantenere sempre il controllo.

Cardillo ci offre una storia che parla di amore, ma non solo quello che conforta: anche quello che spaventa, che scava, che pretende verità. Perché a volte amare, come vivere in una casa infestata, significa restare. Anche quando tutto intorno chiede di fuggire.

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